Chiari Giuseppe

Giugno, 2011

Biografia di Chiari Giuseppe

Giuseppe Chiari nasce a Firenze il 26 settembre 1926. Intraprende gli studi di ingegneria contemporaneamente a quelli di pianoforte e composizione, con l'intento di diventare un pianista di musica jazz, manifesta inoltre interesse verso il cinema, le arti visive, l'architettura e la letteratura, interessi che favoriranno lo sviluppo di una attitudine culturale poliedrica sufficiente a non consentire, nell'ambiente culturale fiorentino, una sua immediata identificazione artistica. Nel 1947 inizia la sua attivita' musicale, parallelamente a quella di scrittura critica d'arte visiva e di musica e del 1950 sono le sue prime composizioni. Chiari in questo periodo e' affascinato dalla creazione strutturata, analitica e concettuale, da tutto cio' che e' invenzione non sentimentale e idealistica. Attratto dalle ricerche di John Cage, Chiari ha cominciato a interessarsi a ricerche sperimentali di musica visiva e dall'incontro con Pietro Grossi, prende avvio un sodalizio che si concretizza con la costituzione dell'associazione "Vita musicale contemporanea" un punto di incontro e luogo in cui sperimentare le pratiche di combinazione matematica nella concezione musicale. Nel Periodo tra gli anni '50 e '60, Chiari si allontanera' dalla "ripetizione sempre uguale" delle opere, proprie di molte esperienze artistiche a lui contemporanee, per attuare una preminenza dell'alterita' sull'identita'. A partire dagli anni '60, insieme ad altri artisti tra cui Bussotti e Cage, inizia ad addentrarsi nelle componenti grafiche della scrittura musicale, basandosi sulle "parole in liberta'" e sulle "parolibere" del futurismo. Inizia a sperimentare partiture e composizioni visive non piu' fatte per essere eseguite e poi ascoltate, bensi' per essere guardate e vissute. L'arte, secondo Chiari, si mescola al differente, per questo e' costantemente variabile cosi' da risultare "viva". La musica invece, e' il confronto fra corpi e gesti dichiarando che quando un gesto e' compiuto ed un suono suscitato non e' piu' possibile modificarli, sono gia' accaduti. (Gesti sul piano G. Chiari 1962). Nel 1962 con l'opera "Gesti sul piano" Chiari aderisce al gruppo internazionale e interdisciplinare Fluxus. Di grande intensita' operativa il 1963 e' l'anno dell'interesse verso le ricerche sul valore visuale del testo scritto operate dal Gruppo 70 di Firenze presso il quale si dara' avvio a ricerche che saranno la base di una nuova corrente sperimentale poi denominata "Poesia Visiva". Chiari per queste ricerche utilizza la partitura musicale non solo come base per eseguire un brano sonoro, ma anche come "pittura" da guardare, nella quale le note e la raffigurazione dei gesti per eseguirle, diventano elementi visuali di una composizione grafico-pittorico. Nel 1968 irrompono in ambito artistico le proposizioni concettuali e Chiari non solo aderisce a suo modo alla nuova coniazione linguistica che condivide per logica e attitudine formale, ma frequenta anche i protagonisti della nuova tendenza: Joseph Kosuth, Sol LeWitt, Vincenzo Agnetti, Vito Acconci, Jan Wilson, Robert Barry e altri. Negli anni '70 Chiari smette di comporre ed inizia una intensa attivita' di concerti, performances e conferenze che lo portano, fra l'altro, a Berlino, Londra, Parigi, Vienna, Milano, Venezia, Roma, New York. Dagli anni '80 e '90 Chiari ha cominciato ad esaminare mezzi espressivi come i collages, spesso completati con i gia' citati statement, nei quali non si limita ad incollare fogli di giornale, strisce colorate, adesivi, fogli musicali, semplicemente su fogli di carta, su spartiti musicali o su tavole di legno ma anche su strumenti musicali quali chitarre e violini, ricercando una possibile contaminazione tra visualita' e sonorita' intrinseca dello strumento anche se spesso e' privato della sua funzione primaria. Muore a Firenze nel maggio del 2007.